"Tornando a casa, dopo che si è stato via per lungo tempo, troppo se la lontananza conta gli anni, il primo desiderio, è ripercorrere i luoghi dell’infanzia. Tornando a casa, potrebbe essere anche il titolo di un film, o, perché no, di un romanzo sempre che per mia ignoranza, non conoscendone la pubblicazione, potrebbe già essere stato editato.
Aver vissuto tanti anni via dai luoghi in cui ho trascorso i natali, mi ha indotto al mio ritorno, non solo a ricercare quei profumi perduti, quell’odore del mare prospicente casa mia, da dove ancora ragazzo, affacciandomi dalla finestra, sentivo l’odore della salsedine penetrare fin dentro le narici, oltre naturalmente, guardare al mutare delle trasparenze riflesse sulle superfici di quelle acque profonde del golfo, con lo scorrere delle ore del giorno e l’alternarsi delle stagioni. Sentirsi a casa, è ripercorrere le vecchie strade di una città antica, i luoghi in cui da ragazzo si giocava, e nell’incoscienza infantile, ci si calava giù nelle catacombe del cimitero della peste, per giocare con i teschi di esseri sventurati, che tra il 600 e il 700, avevano vissuto il loro calvario fino all’inferno della morte. Quella morte sempre presente, rappresentata lungo le arterie del centro storico, le quali ripercorrono in stratificazione i decumani greci e romani, sui cui templi preesistenti, sono state innalzate chiese e cappelle votive dalla cultura di un popolo, in cui la morte è rappresentata quale indissolubile corollario filosofico con la rappresentazione della vita stessa.
La stessa maschera di Pulcinella, onnipresente in ogni luogo, tra i vicoli bui, o nelle strade illuminate dalla luce accecante del sole di mezzodì, ha sul suo volto, l’aspetto della gioia di vivere, pari a quella della morte incombente.Essa è esorcizzata attraverso gli amuleti, dai corni di ogni fattura, messi in mostra per dividere il bene dal male, a scacciare la malasorte e le avversità dalla vita dei vivi. Sentirsi a casa, è ripercorrere le stesse strade, in cui sono affissi i nuovi simbolismi, nati con il trascorrere del tempo, e ritrovare accanto alla cappella votiva al santo protettore, il nuovo San Gennaro delle speranze di un popolo di solo pochi anni addietro, di quel Maradona indiscusso fenomeno della pedata, e universalmente conosciuto come colui della mano di Dio, a seguito del suo gol contro la perfida e odiata Albione, nello storico incontro di calcio in cui vinse l’Argentina dei Colonnelli, contro la Thatcher, la Lady di ferro, padrona del Regno Unito.
Ripercorrere quelle strade, nel loro decadimento, di muri cadenti e sbriciolati di una città un tempo capitale di un regno, e ritrovare Pasolini, il quale tiene in braccio se stesso, in una pietà laica, nell’installazione di Ernest Pignon.
Sentirsi a casa è tutto questo e altro ancora, è il ripercorrere piazze a palazzi, che anche se il terremoto del 1980 ha provocato i suoi danni mentre io ne ero lontano, non ne ha però cancellato la memoria. Tutto riemerge, nulla è mutato.".
Francesco Cito (Intro al portfolio "Feeling Home")
Testo di Giusy Tigano
Francesco Cito àncora la sua lettura del tema al concetto della terra natìa, volgendo lo sguardo alla città della sua infanzia con un taglio improntato alle tradizioni, alle radici culturali, alle credenze popolari, al contrasto tra il sacro e il profano.
Francesco Cito ci racconta Napoli, i suoi tratti inconfondibili, le sue contraddizioni e la sua ironia irriverente con un'energia reportagistica sincera e diretta, con il piglio di un figlio che desidera tracciarne un ritratto onesto che tuttavia non pretende di essere esaustivo. Probabilmente l'Autore non si propone nemmeno di "descrivere" i suoi luoghi, semplicemente "prende appunti" con sguardo interessato e bonario, vi si abbandona e se ne lascia attraversare, senza altro fine che - semplicemente - averne esperienza, ancora.
Le vibranti fotografie di questa serie di Cito confermano lo spessore di un professionista il cui sguardo è in grado di arrivare molto oltre l'apparente, anche parecchio lontano dall'ovvio. Al primo impatto ogni fotografia può essere percepita come icona di un aspetto specifico e distintivo della vivace città partenopea, ma ad uno sguardo più attento si palesano a contorno nuovi percorsi visivi, aprendo frontiere di senso alternative e suggestioni inaspettate. E' il caso per esempio della Porta Nolana che si mostra a piena foto nella sua magnificenza rinascimentale, nell'esaltazione del suo valore storico e delle enormi pietre pluricentenarie che la sorreggono: in secondo piano, al netto della suggestione dettata dall'impatto iniziale, si scorge solo in un secondo momento il clochard che spinge lentamente un carrello stracolmo e pesante, la sua "casa" con le ruote, e con tutta la sua vita dentro. Oppure è il caso della sposa che cammina per le strade della città per giungere in chiesa, lasciando visibile alle sue spalle un "altarino" improvvisato proprio in mezzo al viottolo e dedicato a Maradona, osannato quasi al pari di un Santo.
Niente insomma sembra lasciato al caso, niente vuole essere solo ciò che sembra. Nonostante l'approccio puro e sincero di questo straordinario autore, che per mestiere e passione ha raccontato per molti anni la vita (e la morte) con estremo e determinato realismo attraverso la stampa italiana e internazionale, questo racconto (come succede per diversi altri suoi lavori) sembra non volersi esaurire nel visibile e nello scontato. Al contrario, ogni fotografia sembra quasi volerne racchiudere altre, attivando suggestioni ulteriori e interessanti derive di senso che arricchiscono il messaggio.
Il codice espressivo dell'autore, improntato ad un egregio bianco e nero con meravigliose scale di grigio, accentua anche col linguaggio il motivo portante del portfolio stesso, questa testimonianza serena delle proprie radici, con implicita ammissione di un riconoscimento di valore al luogo che lo ha accolto alla nascita, nonostante tutte le sue contraddizioni e i suoi interrogativi.
Francesco Cito è uno dei più grandi e celebrati reporter del mondo. Nato a Napoli nel 1949, si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia, sebbene si adatti nei primi anni ‘70 ai più svariati mestieri. L' esordio professionale nel mondo della Fotografia si compie nel 1975, quando – grazie all'impiego presso il settimanale di musica pop-rock Radio Guide Magazine - comincia a girare l' Inghilterra fotografando concerti e personaggi della musica leggera. In seguito inizia a collaborare come fotografo free-lance per il The Sunday Times Magazine, il quale gli dedica la prima copertina per il reportage"La Mattanza". Successivamente collabora anche con L'Observer Magazine. Nel 1980 Cito è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l'Afghanistan occupato dall’invasione dell'Armata Rossa e, al seguito di vari gruppi di guerriglieri che combattono i Sovietici, percorre circa 1200 KM a piedi. Sono sue le fotografie dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate. Nel 1982-83 realizza a Napoli un reportage sulla camorra, pubblicato dalle maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Sempre a Napoli nel 1978 aveva realizzato per The Sunday Times Magazine un reportage sul contrabbando di sigarette dall’interno dell'organizzazione contrabbandiera. Nel 1983 è inviato sul fronte Libanese dal settimanale Epoca e segue il conflitto in atto fra le fazioni palestinesi, rappresentate dal leader pro-siriano Abu Mussa e dal nazionalista Yasser Arafat, fondatore di Al-Fatah (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). Cito è l'unico foto-giornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano. In seguito documenta le vari fasi della guerra civile libanese fino al 1989. In particolare, nel 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese all'interno dei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e della Striscia di Gaza. Segue tutte le fasi della prima "Intifada" degli anni 1987-1993 e della seconda nel periodo 2000-2005, rimanendo ferito per tre volte durante gli scontri. Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal Venerdì di Repubblica e si muove ancora clandestinamente al seguito dei "Mujahiddin" per raccontare la ritirata sovietica. Tornerà in quelle aree di nuovo nel 1998 inviato dal settimanale Panorama, con l'intento di incontrare Osama Bin Laden (incontro mai avvenuto a causa l'inizio dei bombardamenti americani). Nel 1990 è in Arabia Saudita nella prima "Gulf War" a seguito del primo contingente di Marines americani dopo l'invasione irachena del Kuwait. Segue tutto il processo dell'operazione "DesertStorm" e la liberazione del Kuwait (27-28 febbraio 1991).
Negli anni '90 documenta le diverse fasi dei conflitti balcanici.
Nel 1994 realizza per il settimanale tedesco "Stern" un reportage sui coloni israeliani oltranzisti. Nel 1995 si aggiudica il terzo premio World Press Photo per il reportage con "Matrimoni napoletani”. Nell'aprile 2002 è tra i pochi ad entrare nel campo profughi di Jenin sotto coprifuoco e posto sotto assedio per 40 giorni dall’esercito Israeliano "Tzahal" (come anche le altre città amministrate dal Governo dell'Autonomia Palestinese). In Italia Francesco Cito si è occupa spesso di casi di mafia, ma anche di eventi di altro genere (come il Palio di Siena che gli vale il primo premio al World Press Photo del 1996) e di altri rilevanti aspetti della società contemporanea. Dal 1997 in avanti l'obiettivo è rivolto anche alla Sardegna, documentata al fuori dagli itinerari turistici per leggerne maggiormente gli aspetti sociali e restituirne un’identità più legata alle tradizioni. Questo lavoro è in parte racchiuso in un foto-libro dedicato ("L'Isola al di là del mare", 2003). Nel 2007 è invitato dal Governatorato di Sakhalin (isole russa ex colonia penale raccontata da Checov) per un lavoro fotografico sul territorio, in occasione del quale illustra la vita e le attività produttive successive alla scoperta di ingenti giacimenti petroliferi. Questo lavoro è stato oggetto di una mostra fotografica e di un foto libro sul tema editato in Russia ("Sakhalin", 2007). Tra il 2005 e il 2011 realizza in Palestina un lavoro di documentazione delle varie fasi della costruzione del muro d'Israele, esposto successivasmente in diverse città italiane. Nel 2011 si dedica a documentare le condizioni dei bambini palestinesi affetti da problemi di sordità. Anche questo lavoro è stato oggetto di una mostra fotografica (a Bergamo), al pari del complesso lavoro sul tema del coma (“Vite sospese”), ancora in fase di realizzazione, esposto più volte in diverse località italiane. Nel 2015 l’Autore realizza a Seravezza (Lucca) la mostra fotografica "ColourW&B", una retrospettiva dei moltissimi reportage condotti negli anni in diversi paesi del mondo. In occasione di questa esposizione, produce il libro "Francesco Cito, Photographer", corredato da testi di Ferdinando Scianna e Carlo Verdelli. Nella sua lunga e intensa carriera di fotoreporter, Francesco Cito ha collaborato con le maggiori testate nazionali e straniere. Per citarne alcune: Epoca, Gente, Il Venerdì di Repubblica, Illustrazione Italiana, L'Espresso, L'Europeo, Oggi, Panorama, Sette-Corriere della Sera, D Donna, Io Donna. E poi: Die Zeit Magazine, Figaro Magazine, FrankfurtenAllemain Magazine, Life, Paris Matche, The Indipendent Magazine, The Observer Magazine, Sunday Times Magazine, Stern, e altre ancora.
PREMI E RICONOSCIMENTI 1995 il World Press Photo gli conferisce il terzo premio Day in the Life per il "NeapolitanWedding story " 1996 il World Press Photo gli conferisce il primo premio per il Palio di Siena. 1997 l'Istituto Abruzzese per la storia d'Italia contemporanea, gli conferisce il premio "Città di Atri" per l'impegno del suo lavoro sulla Palestina 2001 il Leica Oskar Barnak Award lo segnala con una Menzione d'Onore per il reportage "Sardegna" 2004 riceve il premio "Città di Trieste per il Reportage" I° edizione 2005 riceve il premio "La fibula d'oro", a Castelnuovo Garfagnana (LU)
2005 riceve il premio "WernerBischof ", Il flauto d'argento ad Avellino 2006 l'associazioniFIAF lo insigna del titolo "Maestro della fotografia italiana" 2006 vince il premio Bariphotocamera 2007 riceve il premio Benevento 2009 vince il premio San Pietroburgo (Russia) 2009 viene insignito del premio Antonio Russo per il reportage di guerra (Pescara)
MOSTRE PERSONALI principali Francesco Cito - Colour and B&W, Antologica, Seravezza 2015 (Palazzo Mediceo) Iconoclastia - La fede si mostra - Grottaglie 2015 (Casa Vestita) Coma, Asolo 2013 (Palazzo Civico, Sala della Ragione) Afghanistan,Citerna 2013 (Citerna Fotografia) Coma, Citerna 2013 (Citerna Fotografia) Coma, Napoli 2012 (Villa Pignatelli) Coma - Vite Sospese, Potenza Picena 2012 Il Palio - Photò 19, Brescia 2012 EffetaBethlehem, Bergamo 2011 (Opera Diocesana) Il Muro d'Israele,Corigliano Calabro 2011 (Castello Ducale) In Viaggio, Tirana 2011 (Palazzo Quadrio Curzio) L'Isola al di là dal mare, Lecco 2010 (Torre Viscontea,) Cartoline napoletane, Catania 2010 (Medphotofestival) Francesco Cito Photographer, Brescia 2010 (Wavephotogallery) Da culla alla morte,San Pietroburgo 2009 (Central Hall Manegge) Tutto CITO, Paraty - Brasile 2008 (Galeria Zoom, Paratyem foco) Oltre lo sguardo, Altidona, Fermo 2008 (Palazzo del comune) Cartoline napoletane,Altidona, Fermo 2008 Afghanistan, Foiano della Chiana 2008 Vedi Napoli e...... Ancona 2008 (La Cancellata, Staffolo) Palestina, Roma 2008 (Galleria ACTA International) Matrimoni Napoletani, Seravezza, Lucca 2008 (Scuderie Medicee) Sulla Terra chiamata Palestina, Ghedi - Brescia 2008 (Centro BCC) Barche, pescatori e pesci, Torino 2008 (FNAC) Sulla Terra chiamata Palestina, Reggio Emilia 2008 (Castello di Montecchio) Isola Sakhalin-Russia, YuznoSakhalinsky - Russia 2008 (Museo Nazionale) Frammenti di Guerra,Palau 2007 (Centro Civico) Una calda estate a Corigliano, Corigliano Calabro 2007 (Castello ducale) Barche, pescatori e pesci, Napoli 2007 (FNAC) Frammenti di Guerra,Napoli 2007 (Ist. Italiano Studi Filosofici,) Barche, pescatori e pesci, Bari 2006 (Ist. Italiano Studi Filosofici) Sulla terra chiamata Palestina, Prato 2006 (Palazzo Novellucci) Sulla terra chiamata Palestina, Roma 2006 (Comprensorio del Gasometro) Palestina, Saronno 2006 L'isola al di la dal mare, Belluno 2006 (Palazzo Crepadona) Sulla Terra Chiamata Palestina, Conegliano Veneto 2006 Frammenti di guerra,Avellino 2005 (Palazzo della Provincia) Palestina,Venezia 2005 (Centro le Zitelle, La Giudecca) Palestina,Castelnuovo Garfagnana (Lucca) 2005 Immagini come parole,Milano 2005 (Galleria Bel Vedere) Il Palio,Meldola 2005 (Chiesina dell’Ospedale,) Frammenti di guerra,Borgo Valsugana 2004 (Palazzo Pubblico) Il Palio, Trieste 2004 (Fincantieri-WärtsiläBFI) Matrimoni Napoletani, Massa Marittima 2004 (Castello) L'isola al di la del mare, Cagliari 2004 (Castello di San Michele) Sardegna, Francoforte 2004 (Book-messe) Palestina 1987-2002, Sassari 2003 (Sala Duce Palazzo Ducale) Frammenti di guerra, Rozzano (MI) 2003 (Galleria Cascina Grande) Occhi della guerra, Trieste 2003 (Stazione marittima) Piazza del Campo, Siena 2003 (Magazzini del Sale-Palazzo Pubblico) Matrimoni Napoletani, San Pietroburgo 2003 (Central Hall Manegge) L’isola al di là del mare, Sassari 2003 (Masedu-Museo Arte Contemporanea,)
Matrimoni napoletani, Tolmezzo (UD) 2002 (Palazzo Frisacco) Piazze d’Italia, Berlino 2002 Palestina 1987-1997, Cagliari 2002 (Exmà) The Palio, Londra 2002 (Studio Gallery) Palestina, Prato 2000 (Galleria Archivio Fotografico Toscano) Gli occhi della guerra, Verona 2000 (Scavi Scaligeri) Afghanistan, Rozzano (MI) 1999 (Galleria Cascina Grande) Matrimoni napoletani, Meldola (Forlì) 1999 (Chiesina dell’Ospedale) Matrimoni napoletani, Firenze 1998 (Fortezza da Basso) Occhi che raccontano, Milano 1997 (Galleria San Fedele) Matrimoni napoletani,Milano 1997 (Galleria Franca Speranza) Immagini dal 1980 al 1996, Rozzano (MI) 1996 (Galleria Cascina Grande) Palestina, Meldola (Forlì) 1996 (Chiesina dell’Ospedale) Palestina anno zero, Milano 1994 (Galleria Il Diaframma) Gulfwar Fotogiornalismo oggi, Trento 1993 (Palazzo Galasso) Palestina, World Council of Professional Photographers 1988/89 Palestina: il dramma di due popoli, Milano 1989 (Galleria IF) Naples: Camorra,Festival de la photo, Perpignan (France) 1989 Israele: I fotografi del Venerdì di Repubblica, Milano 1988 (Galleria Il Diaframma,) Palio, Siena 1988 (Palazzo Pubblico) Mostra collettiva, EXPO Bari, 1987 Napoli ieri oggi domani, Milano 1987 (Sicof) Naples,Rio de Janeiro (Brasil) 1987 (Istituto italiano di Cultura) Chi troppo, chi niente, Genova 1986 (Palazzo Civico) Il fotoreportage,Teolo (PD) 1986 (Palazzo Civico,) Naples, Mexico 1986 (UniversitadPopular - Casa de Cultura Puebla) Mattanza, Milano 1983 (Palazzo Dugnani) Afghanistan, Pisa 1983 (Palazzo Lanfranchi) Afghanistan, Milano 1982 (Galleria Il Diaframma) |